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Le idee sbagliate, sino a quando non irrompe il nuovo della mobilitazione rivoluzionaria delle masse, hanno vita lunga, se pur estremamente minoritaria.

Nella epoca che viviamo,

in qualche modo esprimibile nella definizione di “guerra preventiva” solo in politichese,

in quanto l’aspetto principale della guerra di Bush            

non è impedire una rivoluzione delle masse islamiche dietro l’improbabile Bin Laden, bensì, nell’accentuarsi ed aggravarsi strutturale e generale della crisi capitalista,

è una forma di dominio e di rapina continua di risorse, una forma di imperialismo

non più mediata dal riconoscimento di alcuna borghesia nazionale in certi paesi in passato schierati con l’imperialismo stesso, e sempre meno mediata dal rispetto delle dinamiche nazionali nel resto del mondo.

Un ritorno agli anni ’50-’60 (Estremo oriente, America latina),

in cui però la mancanza dei due blocchi imperialista occidentale a dominanza americana, e socialimperialista ex-sovietico del patto di Varsavia,

producono un’accentuazione del ritorno del colonialismo.

E, strutturale e basilare, nella necessità del capitale, l’espansione del Modo di Produzione Capitalista al livello mondiale  (preconizzata da Marx), non viene compresa nella sua portata INTERNA dagli emuli della lotta armata per il comunismo guidata dalle Br e dalle Br-pcc lungo oltre 30 anni, con l’esito inadeguato ed incapace politicamente di guidare le masse alla Rivoluzione Proletaria, che sappiamo.

Non viene compresa perché non c’è la capacità dell’autocritica da parte di chi non sa leggere nei fatti e nella dinamica delle contraddizioni, il segno ineguagliabile dello scontro di classe, e vi cerca invece giustificazioni politiche atte a “rinviare” la “resa dei conti”

La resa dei conti tra il Proletariato e la Borghesia è nelle cose, ma in uno sviluppo storico che va ben oltre i “50 o 100 anni” in cui Mao Tse-Tung prevedeva la Nuova Grande Ondata della Rivoluzione Proletaria Mondiale.

NON E’ NEL distinguersi dai revisionisti o NEL confronto “politico-militare” e separato dalle masse, con i cani che assumono responsabilità di sangue verso la classe operaia, che risiede la SOLUZIONE POLITICA AI PROBLEMI CHE IL PROLETARIATO HA AFFRONTATO E CONOSCIUTO IN QUESTO SVILUPPO STORICO AVUTOSI NEI PAESI CAPITALISTICI “AVANZATI” o relativamente avanzati come il nostro, anche se divenuti “IMPERIALISTI” nella loro pratica succube di offensiva militare ai Popoli Oppressi DIETRO la guida americana.

SOLO ATTRAVERSO I 3 STRUMENTI DELLA RIVOLUZIONE ED ATTRAVERSO LO SVILUPPO COMPRENSIBILE ALLE MASSE ED UNITARIO NEL PROGRAMMA, DEL FRONTE DEMOCRATICO RIVOLUZIONARIO DELLE MASSE POPOLARI, E’ POSSIBILE FARE LA RIVOLUZIONE.

Il bene e l’affetto che ci lega a chi autenticamente sta nella pratica, fuori da logiche perdenti ed estranee alla Storia del movimento rivoluzionario, non significa la concessione di alcuna ragione o primato, al gioco della lotta minoritaria ed esaltata solo ad uso e consumo della borghesia attraverso i suoi media; non a caso non sempre questa pubblicizzazione avviene nelle stesse modalità e continuità.

Sono solo alcuni appunti e non consideriamo così importante che siano più lunghi o chissà quanto pregni di ulteriori argomenti visto quanto il movimento marxista-leninista-maoista ha già prodotto collettivamente e storicamente dentro il conflitto e la lotta nelle fabbriche, nelle città e nelle carceri in Italia, negli ultimi 20 anni di TRAGICA situazione vissuta dalle masse in Italia.

La guida è nelle Guerre Popolari.

Il sole è nel futuro delle masse.

Il cuore è sempre nella Rivoluzione Proletaria.

Non ci facciamo fregare, non aiutiamo i sindacati di regime nel loro sporco lavoro di contenimento delle esigenze delle masse.

Non odiamo spazi politici che inevitabilmente la situazione ci offre. Lavoriamo nelle contraddizioni.

31-3-2008

 

 

1° documento

AL PROLETARIATO DI MIRA E DELLA RIVIERA DEL BRENTA, DI MARGHERA, DEL VENEZIANO E DELLA REGIONE VENETA

 

LE NOSTRE DISCRIMINANTI

 

Noi rivendichiamo il progresso come motore della Storia, e le masse come suo soggetto cardine, i comunisti come avanguardia politica ed il proletariato come classe dirigente (la classe operaia).

A ciò subordiniamo la nostra condotta politica.

Nelle fasi che si susseguono, a partire dalla presa del potere del fascismo in Italia, Germania, Romania, noi rivendichiamo l’anti-fascismo come discriminante fondamentale dell’agire di ogni democratico e di ogni progressista.

Noi rivendichiamo il comunismo come massima aspirazione dell’umanità, come società che non è stata ancora mai realizzata, per giungere alla quale società, forma superiore di democrazia nel collettivismo e nell’abolizione di confini e classi sociali, denaro e proprietà dei mezzi di produzione, deve passare attraverso numerose tappe ed epoche contrassegnate dalla lotta tra il capitalismo (falsamente chiamato “democrazia”) ed il socialismo.

Noi rivendichiamo che il socialismo quale si è sviluppato in Unione Sovietica (Russia e popoli vicini) tra il 1917 e il 1953, è stato corretto e democratico nella massima misura possibile alle masse che hanno effettivamente comandato il paese. E che successivamente i disastri avvenuti sono dipesi dai traditori revisionisti del marxismo-leninismo.

Noi rivendichiamo che allora il marxismo-leninismo non è morto ma è continuato e non solo in Cina.

Noi rivendichiamo che il socialismo quale si è sviluppato in Cina tra il 1949 (e prima per 22 anni di guerra rivoluzionaria e repubbliche sovietiche in zone liberate, come oggi in Nepal, Perù, Filippine, India, ecc.) e il 1976, è stato corretto e democratico nella massima misura possibile alle masse che hanno efefttivamente comandato il paese. E che successivamente con il colpo di stato dell’ottobre 1976 i disastri avvenuti allora e dopo, sono dipesi unicamente dai traditori revisionisti del marxismo-leninismo-maoismo.

Noi siamo contro il revisionismo in ideologia (siamo per il marxismo-leninismo-maoismo) e in campo democratico (siamo per l’anti-fascismo sempre e per l’esclusione dei partiti fascisti da qualsivoglia diritto politico, dato che IN ITALIA sono loro che hanno negato agli altri partiti il diritto di opinione ed organizzazione, e non viceversa i partiti democratici che hanno represso i fascisti, che anzi hanno potuto andare al potere con i favori dei padroni e dei proprietari terrieri con la violenza, la corruzione e spesso anche l’appoggio della chiesa vaticana).

 

PER QUESTO LE NOSTRE DISCRIMINANTI SONO ANCHE STORIA DELLA LOTTA

 

Noi rivendichiamo che coloro che hanno partecipato alla lotta della classe operaia e se ne sono staccati per tornaconto personale, per carrierismo, o per qualsivoglia altro “motivo” personale, non sono degni di fare politica nel nome della Rivoluzione né a qualsiasi titolo di raccontarne la “storia” magari con il plauso delle case editrici in passato di sinistra, oggi madrine di ogni genere di aborto sociale ed ingiustizia (vedasi la pubblicistica editoriale sulla fine della politica e sul ruolo del sindacato).

Noi rivendichiamo che solo nel nome della Rivoluzione e del progresso esiste una certa misura di democrazia nel macello delle coscienze e della vita materiale costituito dal capitalismo di oggigiorno, ben peggiore di quello conosciuto da molti attuali dirigenti della merda di stato e non, pochi anni e mesi prima del maggio 1968.

Noi rivendichiamo che dopo la lotta vittoriosa dell’anti-fascismo sulla barbarie dei mussoliniani e degli hitleriani e dei loro complici assassini e stupratori, che oltre che in Italia, Germania ed Austria, anche in Spagna, Polonia., Ucraina, paesi Baltici, Croazia, Romania, Ungheria, ed altrove, hanno collaborato a rallentare la crescita dell’Umanità verso il progresso, con la negazione dei diritti politici democratici allora raggiunti, con i sindacati unici corporativi, con la negazione della libertà di stampa ed artistica, con la discriminazione e la disoccupazione per coloro che non si allineavano, con i lager e le galere, le deportazioni e le stragi, NON E’ CONCLUSA.

E che anzi la principale colpa della situazione attuale in cui la falsa sinistra scopiazza la destra come se la politica della destra avesse qualsivoglia ragione, il che non è vero ma è del tutto falso, risieda sia nella politica razzista e sciovinista, assassina e stragista dello stato di israele, funzionali al tentativo delle bande al potere negli Stati Uniti d'America di imporre il proprio dominio al mondo intero (tramite subordinazione o guerra), sia nelle illegali, banditesche ed anticostituzionali avventure militari anche italiane da Beirut 1982 in poi, passando per Baghdad 1991 e per l'attuale situazione di guerra mondiale di aggressione imperialista ai popoli oppressi, opposta alla Rivoluzione Proletaria Mondiale che si va espandendo in tutti i continenti, mentre viene sempre più contenuta in occidente, con le eccezioni delle rivolte di massa e spontanee come a Parigi nel 2005.

Noi rivendichiamo che non c'è alcuno sviluppo fuori della pace tra i popoli e che gli Stati capitalisti ed imperialisti sono essenzialmente la negazione della pace, il che è dimostrato storicamente da che il capitalismo esiste.

Noi rivendichiamo che in nessun paese del mondo devono esistere eserciti che non siano milizie del popolo, e che in nessun paese del mondo debbano esistere basi militari od installazioni militari di altri paesi.

Noi rivendichiamo che l'Unione europea è una forzatura imperialista dei borghesi di alcuni paesi europei allo scopo di rafforzare determinati interessi al posto di altri, e che porterà a maggiore guerra e ingiustizie e non a maggiore pace e giustizia, perché non è l'Unione dei popoli ma dei rappresentanti della borghesia che monopolizzano la politica nei loro rispettivi paesi.

Noi semmai rivendichiamo che potrebbe essere il Consiglio d'Europa la sede esclusivamente consultiva di riferimento nel nostro continente, a cui concedere autorità anche in campo di valutazione dei diritti dell'uomo, ma non di favorire interessi sociali od economici particolari.

E per questi stessi motivi non possiamo essere per l'ONU, che è sede di rappresentanza dei poteri e non dei popoli. E siamo dispiaciuti oltre che del supporto che l'ONU dà alla guerra imperialista diretta dal governo degli Stati Uniti d'America, anche del fatto che oltre che a Che Guevara, l'ONU abbia dato un giorno del 1993, la parola al boia genocida peruviano-nipponico Alberto Fujimori, per diffamare il dirigente della Rivoluzione peruviana incarcerato, il Presidente del PCP Abimael Guzman, perché in quella sede per prima cosa si è fatto un crimine in diretta, dando la parola ad un genocida ora sotto processo nel suo paese, per fare disinformazione e sciorinare falsità, e per seconda cosa si è diffamata anche la precedente seduta in cui parlò Che Guevara, del quale portiamo massimo rispetto.

Siamo anche per interventi umanitari esclusivamente in paesi feudali o retti da dittature militari, e quindi non biasimiamo l'Iraq di Hussein poi impiccato da stranieri e venduti, di avere invaso lo staterello di comodo delle multinazionali del petrolio, denominato Kuwait, né biasimiamo alcun processo rivoluzionario, comunque si esprima, diretto ad abbattere schiavitù, feudalesimo, monarchie, imperi, sistemi razzisti, in quanto anti-storici ed inumani sistemi di potere ed in nessun modo rappresentativi (Arabia Saudita compresa). Questo significa che biasimiamo anche quei personaggi dello spettacolo che vendono i loro servigi o a volte anche il loro corpo a questi tutt'altro che nobili sceicchi.

Noi siamo per la fine dei confini, ma non gestita da poche migliaia di rappresentanti dei potenti della terra.

Noi siamo contro il feudalesimo che si sta riaffermando dietro la copertura dell'imperialismo.

Ma rivendichiamo che il lungo processo storico per una società diversa e giusta, dove non vi siano discriminazioni che non siano considerate anche crimini da reprimere, richiede anche di passare per il FEDERALISMO POPOLARE A DIREZIONE DEI LAVORATORI. E che la borghesia, accortasi di questa possibilità, non a caso lavora instancabilmente anche per distruggere le forme rappresentative dei lavoratori inscatolandole dentro il regime. Per questo siamo per la democrazia: perché siamo per la rappresentatività diretta, per la rotazione, per la dimissione di coloro che vanno fuori dal seminato rispetto agli impegni presi, per la verifica costante, SIAMO PER LA DIREZIONE DELLA CLASSE OPERAIA, PER LA DIREZIONE DAL BASSO, per la costruzione di uno Stato dove le circolari le scriviamo per la strada e non negli uffici dei ministeri !

Per questo siamo per l'abolizione dell'IVA su ogni acquisto al dettaglio da parte del popolo, e siamo contro ogni detrazione o favore fatto alle imprese, perché NON E' VERO che il benessere del paese dipende dal numero di yacht posseduti dagli industrialotti che se ne fregano se i "loro" operai rischiano la vita.

Per questo siamo per l'immediata abolizione della legge Treu, della legge Biagi, e per l'immediata attuazione dello Statuto dei lavoratori senza alcuna esclusione a tutte le aziende con lavoratori dipendenti. Per questo siamo per l'abolizione degli appalti e per l'assunzione in proprio e direttamente da parte delle autorità locali di ogni attività lavorativa inerente alle proprie competenze. Per questo siamo per l'abolizione delle agenzie interinali e per la creazione degli uffici di collocamento a livello di singolo COMUNE. Per questo siamo per la spesa pubblica in loco in misura decisa dal popolo secondo le proprie esigenze. E per questo siamo per un limite al numero di esercizi pubblici commerciali in luogo di un numero almeno uguale di esercizi pubblici di libero utilizzo per le più diverse categorie sociali ad affitto zero. E per la requisizione, riavvio e riuso di ogni struttura o stabile non più utilizzato. Siamo per limitare progressivamente il capitalismo, non per renderlo padrone totale della nostra vita.

E questo vale anche in campo medico e scientifico. Siamo per la massima trasparenza non per la privacy, falsa motivazione di difesa dei cittadini che equivale nella pratica a maggiori possibilità di abusi e preferenze, nonché di aberranti esperimenti "scientifici".

Siamo per la ospedalizzazione immediata SENZA PORTE CHIUSE A CHIAVE E CON DIRITTO DI VISITA 24 ORE SU 24 di ogni struttura psichiatrica privata o carceraria.

Siamo per la abolizione immediata del carcere per i minorenni.

Siamo per la abolizione immediata degli orfanotrofi, con assegnazione immediata da parte del Sindaco unitamente e sentito immediatamente il consiglio comunale, di ogni minorenne rimasto per qualsiasi motivo senza genitori o parenti vicini che lo possano crescere difendere ed accudire nella normalità più possibile.

Siamo per la abolizione di ogni convenzione privata con cliniche o strutture religiose o di sedicenti diritti umani relativa alla responsabilità su persone incapaci, handicappati, anziani, non autosufficienti, minorenni, ecc., e per la loro co-gestione sociale in strutture ospedaliere di zona unitamente e sostenute dalla Comunità comunale di residenza o domicilio della persona,  se diverse, a sua scelta.

Siamo per l'abolizione delle conseguenze penali della "incapacità di intendere e volere" in quanto ne è stato fatto abuso in ogni senso.

Siamo per la abolizione delle esclusioni civiche e di cittadinanza per qualsiasi cittadino naturale od acquisito, con la conseguente abolizione della legge Bossi-Fini e di ogni misura attuativa delle leggi europee fasciste di Schengen.

Siamo per la abolizione immediata della detenzione amministrativa nei CPT od in qualunque altro luogo.

Siamo per la abolizione del fermo di polizia e di ogni forma di interrogatorio in assenza di avvocato.

Siamo per l'obbligo alla istruzione sino ai 18 anni ma senza alcuna forma di repressione attuata da circolari e forme di autoritarismo in loco.

Siamo per l'abolizione delle circolari ministeriali e di qualsiasi altra autorità in assoluto, affinché solo per leggi della Camera o per limitate competenze, della Regione, si possa esercitare le decisioni.

Siamo per la fine dell'autoritarismo in ogni sua forma, e per la fine della cultura dell'inquisizione in ogni sua forma.

Siamo per una giustizia veloce, conseguente a decisioni popolari giuste e radicate nel vissuto quotidiano.

Siamo per l'abolizione del codice fascista rocco-mussolini in ogni sua parte.

Siamo per l'abolizione dei reati di opinione.

Siamo per l'abolizione della possibilità di un editore di possedere più di una testata, e di un direttore responsabile di possedere più di un certo numero di testate locali o di organizzazione, e comunque di non più di un quotidiano.

Le limitazioni che auspichiamo sono infinite, e riguardano le limitazioni alle ingiustizie, non alla libertà.

Siamo per il blocco di ogni concessione costruttiva non di singole abitazioni private o condomini in mutua cooperazione, per un numero di anni sufficiente a bonificare il nostro paese dalle sporcizie e dai danni che cemento, industrie e lavorazioni nocive, traffico, mezzi telefonici, telematici e militari, hanno da decenni arrecato alla popolazione del nostro paese. Siamo per telefoni pubblici a filo ogni 50 metri, a libero costo, e per telefoni privati in ogni abitazione od ufficio a costo politico basso e controllato per legge, e per la fine dei telefoni cellulari, la cessazione delle trasmissioni satellitari, sino a quando non si sarà stabilito che tipo di danni ed attività criminali essi arrechino o possano arrecare alla popolazione inerme e selettivamente indifesa dalle aggressioni casuali come da quelle mirate da poteri o da gruppi criminali.

Siamo contro ogni follia del controllo derivante dalla follia della urbanizzazione commerciale e dalla liberalizzazione commerciale.PRIMA VENGONO I DIRITTI E LA VITA DEI BAMBINI, DELLE DONNE E DEI GIOVANI E DEI PROLETARI TUTTI, poi viene il diritto di vendere merci.

Per questo noi non ci misuriamo con i falsi detentori della parola libertà, e auspichiamo che i mafiosi non abbiano alcuna agevolazione a comandare i loro interessi, neppure in campo politico.

Noi rivendichiamo che centrale nella lotta per il progresso è la posizione ed i diritti acquisiti dalla classe operaia, la sua capacità di difendersi, di organizzarsi, di difendere il proletariato nel suo complesso, e che non a caso la falsa sinistra ha colpito proprio lì, sin da quando le masse sono scese in campo, perché è falsa e non è sinistra, ed è in fin dei conti al servizio della destra che rappresenta più chiaramente gli interessi degli sfruttatori e degli aguzzini che dissanguano il popolo con affitti da capogiro e favori di Stato che ricadono sulle masse che sopportano tutto.

Noi rivendichiamo che questa lotta è DISCRIMINANTE anche nelle sue forme sociali: siamo contro ogni forma di affitto della forza lavorativa o di caporalato, siamo per l’affermazione in questa fase di quella Costituzione così lungimirante da essere rivoluzionaria ancora oggi !

Noi rivendichiamo che le masse fanno la Storia, e non i traditori.

Noi rivendichiamo che quindi le masse devono unire in un grande fronte unito delle masse, che parte dal basso, che non trae direzione o seggi da attribuire, perché in questa fase deve estendersi in una omogenea visione delle cose, che invece oggi è ancora così confusa, difficile a realizzarsi a causa della negazione dei più elementari diritti di accesso REALE alla vita politica e sociale, che è imposta dai tempi dello sfruttamento alla stragrande maggioranza della popolazione.

Per questo noi rivendichiamo che OGNI forma di lotta, OGNI organizzazione sorta dalle lotte, fa parte anche dopo la propria cessazione o cambiamento, del Proletariato, appartiene al Proletariato, appartiene alla Storia del Proletariato, e che quindi OGNI gruppo di persone, OGNI organizzazione voltagabbana, non hanno alcun diritto sulla Storia che hanno contribuito a costruire, dopo che se ne sono distaccati dai principi.

Per questo noi, parte cosciente del movimento di lotta del proletariato in questa area, dichiariamo solennemente e per nessun motivo solo a parole, che NON consideriamo ALTRO CHE traditori quanti:

  1. propugnano in forma organizzata la patecipazione alle organizzazioni corporative e repressive di regime. Non esiste alcun sindacato democratico al di fuori del sindacato di classe in costruzione, non esiste alcuna polizia democratica laddove gli ordini le vengono da ministri prefetti e questori che sono l’espressione poliziesca della borghesia ladra ed assassina che dirige il paese in maniera scellerata e svendendosi ogni patrimonio pubblico (palazzi, campi, fabbriche, impianti elettrici, telefonici, ferroviari, autostradali, aeroportuali, marittimi, ecc.) a multinazionali straniere e/o a gruppi economici mafiosi..
  2. accettano la logica della concertazione o considerano le Rsu la naturale forma di organizzazione del proletariato nelle fabbriche, che invece sono i CONSIGLI DI FABBRICA.
  3. sostengono che i lavoratori delle forze repressive controrivoluzionarie sono lavoratori in ogni caso, mentre sono lavoratori solo quando aiutano e sostengono le masse e non le organizzazioni che cercano di monopolizzare e dirigere in senso borghese le spinte stesse che sorgono dalle masse sfruttate.
  4. propugnano in forma collettiva che la “lotta armata” è finita, anche se da posizioni solo apparentemente diverse (pentiti, dissociati, soluzionisti). La lotta armata del proletariato è sempre esistita, e la fase degli anni ’70 non è stata né la prima né l’ultima forma assunta dal proletariato rivoluzionario in questo paese, nell’occidente, e tantomeno nel mondo intero, dove molti popoli stanno dimostrando che l’unica lotta armata giusta è quella delle masse, la guerra popolare.
  5. sostengono quei dirigenti della lotta armata che oggi conversano con le istituzioni in forma politica, storica e publica,  che ieri hanno goduto di benefici penitenziari una volta condannati, in nome della “dissociazione”, infamia camuffata che non è stata altro, e che oggi magari compiono atti come pubblici libri scritti a quattro mani con esponenti stragisti nazisti, o partecipano con loro a conferenze, o legittimano con i loro atti l’esistenza di pratiche naziste “democratiche” come la psichiatria in carcere e fuori, o pongono la loro esistenza di linea opportunista di destra, sopra la linea che il naturale sviluppo della lotta di classe nel mondo ha portato con sé.
  6. sostengono atti politici di “movimento” come atti di rapporto istituzionale con personaggi delle istituzioni, al di fuori di rapporti di forza e di lotta sorti dalla lotta di classe, ma come “settori off limits” ove tutto è permesso, finanche le operazioni di polizia politica verso altre componenti del movimento stesse.
  7. si arricchiscono in cooperative o altre forme sociali sulle spalle di lavoratori sfruttati, contribuendo così alla estensione dei tentacoli dello sfruttamento dentro tutta la società, nonché alla distruzione della cultura della cooperazione nel popolo.
  8. esercitano diritti borghesi a spese dei proletari, come il diritto di affittare a prezzi da sciacalli a dei proletari i propri locali e case, oppure come il “diritto” di usura, o ancor peggio, si allineano a comportamenti propri della borghesia nei confronti delle donne e dei giovani.

 

I proletari che si riconoscono nella costruzione del Fronte unito democratico rivoluzionario delle masse popolari