www.aeave.org          02.08.2008

 

Qui la copia dell’articolo di Giorgio Cecchetti sulla Nuova Venezia Mestre sul Processo Fincantieri del 24.luglio.2008

 

Qui il link alla pagina del sito RETE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO VENEZIA con documenti e articoli e precedenti comunicati sul Processo Fincantieri    http://www.retesicurezzalavorovenezia.org/dispositivo.htm

21/7/2008 Lettera aperta di Franco Bellotto alla Giudice Lancieri Barbara  

 

AMIANTO CHIACCHIERE E FATTI

 

Un ulteriore recentissimo documento di Franco Bellotto pone una pietra tombale sulla disinformazione

 

Dal 1993, quando abbiamo iniziato ci siamo rivolti, (costretti), alla magistratura. Abbiamo dovuto farlo in quanto l’INPS, l’INAIL, non riconoscevano le richieste dei lavoratori da noi presentate con il curriculum lavorativo di ciascun lavoratore, i lavoratori si rivolgevano infatti a noi dopo essersi rivolti inutilmente alle organizzazioni sindacali ed ai patronati. L’applicazione della legge 257 del 27 marzo 1992 art.13 comma 8, è una legge che non serve a nulla per gli operai.

 

Nel 1995, il 5 giugno, come AEA, abbiamo organizzato uno sciopero a Marghera e a Venezia per i diritti degli esposti amianto poiché non avevano ricevuto ricevuto le risposte dall’INAIL.

 

In seguito all’accordo delle organizzazioni sindacali (OO.SS.) con il governo, il 13 giugno 1995 abbiamo richiesto alla Montedison l’uso del capannone del Petrolchimico per una assemblea generale con tutti i lavoratori di Marghera. Le OO.SS., per lettera della FULC, ci risposero che il capannone è un luogo sindacale, non delle associazioni (subito dopo però D’Alema su richiesta dei partiti ha partecipato alla conferenza sulla chimica a Marghera). Evidentemente ci sono associazioni di Stato ed associazioni di base. E la libertà dell’uso del capannone deve restare a pannaggio dei dirigenti confederali, i quali dopo dieci anni di ulteriori “piani per la chimica”, stanno per accompagnare al definitivo funerale tutta una Storia di lotte della categoria dei chimici a Marghera dietro la rincorsa alle unilaterali decisioni delle multinazionali, per compiacere alle vecchie aspirazioni speculative che a Venezia si sono sviluppate sul progetto di logistica e portualità (programma di De Michelis, Pontel, e soci anche del P”c”i, degli anni ’70). Nel capannone luogo delle lotte del ’68-’70, con la messa sotto accusa dei confederali, nel capannone di tante lotte e Consigli di fabbrica in cui spesso si era messa in minoranza la burocrazia confederale, nel capannone dove operai e studenti si discusse e reagi’ alla brutale repressione di piazza dei celerini ad inizio del ’81, e quindi si organizzo’ lo sciopero autonomo di due turni di giornalieri, il 16 giugno 1981, in quel capannone, la repressione dello stato di polizia aveva portato al monopolio burocratico confederale, presente ancor oggi con le assemblee ai “soli iscritti” riprese da un anno a questa parte di fronte all’emergere di forme di nuova autorganizzazione operaia.

 

Nel novembre 1995, ci fu un tentativo di sciopero nazionale sull’amianto, indetto da Cub nazionale e AEA nazionale di Milano. A Marghera fummo NOI a dare organizzazione e diffusione alla cosa. Ma era il metodo seguito che non era corretto.Qualcuno intendeva mettere il cappello su una questione senza partire dal basso nella ns.organizzazione.

 

Successivamente la AEA, che era nata nel 1989 a Casale Monferrato, si trasferi’ a Firenze. Divenne poi chiaro che era opportuno fare del tutto da se’ e costruire la AEA come associazione Provinciale, che fu l’organismo che si fece carico delle prime denunce Fincantieri. Non vi era la possibilita’ di essere Patronato sindacale e ci si lego’ ad una fazione del movimento Cub (il cui dirigente oggi e’ dirigente della Cisal), che era all’epoca legata a Patronato Acli. Fu un periodo breve, e di li’ a poco si opero’ direttamente come Associazione Esposti Amianto e ad altri rischi ambientali della Provincia di Venezia. Anche trovare dei legali con cui costruire negli anni un rapporto funzionale e pienamente corretto non fu facilissimo. Dopo che si perse una causa per un errore tecnico di un legale, si opto’ per altri, e da li’ in poi sia tutte le precedenti che tutte le successive, furono cause vinte. Attualmente a livello provinciale sono oltre 1200 i lavoratori per i quali si e’ ottenuto il riconoscimento dell’esposizione amianto, in cause riguardanti 60 aziende.

 

Gli esposti presentati alla Procura di Venezia sono stati soltanto nel triennio 1995-1997 oltre 20 riguardanti oltre sessanta casi, (Fincantieri Breda, Enichem, Enel, Arsenale di Venezia, Cantieri Lucchese, Motonave Egitto Express, ex Conterie di Murano, infine la Cereol Oli e Risi di Marghera –per il filtraggio di oli di semi di arachidi con l’amianto–su cui il giudice Dr.ssa G.D. ha presentato una richiesta di indagine all’allora pm Casson per verificare le denunce, senza esito).  Negli anni successivi abbiamo presentato altri esposti con elenchi di oltre un centinaio di lavoratori deceduti a causa del mesiotelioma pleurico conseguenza della loro esposizione all’amianto.

 

Ancora una volta i lavoratori si rivolgevano a noi a causa della latitanza delle OO.SS., in quanto le stesse OO.SS. costringevano al silenzio i lavoratori con la scusa di proteggere il loro posto di lavoro, e la possibile chiusura dell’azienda.

 

Non a caso in un documento diffuso in Fincantieri (Lettera aperta all’avv.Emanuele Battain) il 29 giugno 1999, i noti esponenti FIOM Molin e Furlanetto rivendicavano come loro primo atto un inizio di rapporto con il CONTARP “dal 1997”. Prima del 1997 le denunce sull’amianto erano nostre “provocazioni ed allarmismo” !!!

 

Il CONTARP organismo di controllo dell’INAIL, organizzazione assicurativa privata degli imprenditori italiani che monopolizza questo servizio sostituendosi allo Stato,  nei confronti delle ASL, non ha mai ricevuto i premi supplementari per le assicurazioni contro l’amianto, dato che in effetti non ha mai eseguito i controlli. Il D.P.R. 1124 del 30 giugno 1965 tabella 9, imponeva tale controllo e tale verifica.

 

L’INPS di conseguenza non provvedeva a collocare in prepensionamento i lavoratori in quanto non aveva la documentazione dall’INAIL, che attestasse la esposizione all’amianto del lavoratore.

 

NIENTE INAIL NIENTE PENSIONI !

 

Intanto i lavoratori continuano a morire in seguito all’esposizione all’amianto nei posti di lavoro, mentre per primi i sindacalisti che sono rimasti a tempo pieno nelle OO.SS. hanno ottenuto i benefici pensionistici ! Su questo punto ci sono già stati degli scandali (a Genova e a Castellamare di Stabia) e delle nostre denunce (a Marghera).

 

Noi vorremmo vedere sul banco degli imputati oltre alle Aziende, causa principale di sfruttamento di migliaia di lavoratori, e di numerosissimi decessi dovuti alla esposizione da amianto e da altre sostanze cancerogene, l’INAIL e le OO.SS., ALTRO CHE PARTE CIVILE !

 

Anche successivamente, quando abbiamo organizzato la manifestazione all’INAIL IL 7 settembre 2000, da SOLI, SOLO NOI DELLA AEA DI VENEZIA-MARGHERA, abbiamo accompagnato oltre 2.000 lavoratori a manifestare a Venezia di fronte alla sede INAIL per avere un incontro con il direttore di area, costringendo il dirigente responsabile a rientrare dalle ferie su ordine del Prefetto di Venezia, in seguito a questo incontro si era ripromesso di consegnare le dichiarazioni INAIL ai lavoratori esposti amianto che ne avevano fatto richiesta con la AEA.

 

Malgrado ciò, non avemmo risposta.

 

Non sempre la magistratura e’ stata sensibile ed equilibrata. In una recente procedura riguardante 62 lavoratori dell’ex Feltrificio Veneto, unico stabilimento in Italia nel suo genere, si sono ammessi ai benefici solo 8 lavoratori, sulla base di una parzialissima e contraddittoria perizia di un perito locale, fatta a stabilimento oramai chiuso, e con la azienda che aveva rilevato l’attivita’, la Albany International, oramai spostata e ovviamente priva di lavorazioni con fibre in amianto.

 

Cosi’ come alcuni nostri iscritti non hanno capito, uscendo recentemente dalla ns. Associazione, che la battaglia che portiamo avanti e’ necessariamente anche sociale e politica, non fosse altro per gli enormi ostacoli che ci vengono posti innanzi dalle OO.SS. e dalle Istituzioni in genere. Pronti, i media, a dare spazio alle manifestazioni che avvengono, ma altrettanto pronto tutto il sistema a “lavorare alle spalle” se la nostra Associazione partecipa ad iniziative di piu’ vasto respiro (per la sicurezza sui posti di lavoro, per esempio). Evidentemente la tendenza a ritirarsi dal necessario senso critico non e’ morta, e dipende da molteplici fattori. Questo non ci esime ne’ allontana dal nostro doveroso impegno a sostenere l’autorganizzazione come forma propria della nostra stessa Associazione e le iniziative dal basso che sorgono tra i lavoratori.

 

Nella sentenza Fincantieri del 22 luglio 2008, non si spiegano quindi, pur nella positività delle condanne, alcune cose:

1.      come mai 791.000 euro di risarcimento alla INAIL.

2.      come mai la non completa accettazione delle richieste del pm nei confronti dei dirigenti, se non in ragione di una decisione di “moderare” la pesantezza della sentenza, dietro la parziale NON responsabilità dei dirigenti, COME SE NON AVESSERO VERAMENTE SAPUTO DELLA NOCIVITA’ DELLA SOSTANZA.

3.      come mai i riconoscimenti ai sindacati confederali, che non hanno portato avanti per tempo queste lotte, e che in seconda istanza cercano di presentarsi come loro promotori.

 

In definitiva vorrei ricordare che NESSUNO può permettersi di dare LEZIONI DI PARTECIPAZIONE “ai lavoratori e al popolo autorganizzato” ALLA AEA DI VENEZIA-MARGHERA soprattutto fingendo di non sapere delle iniziative pubbliche e partecipate, che abbiamo promosso durante in processo Fincantieri, per restare alle ultime, dalle assemblee del marzo 2007 alla Monteverdi di Marghera, proponendo alle OO.SS. la partecipazione al processo con ripetuti volantinaggi alla Fincantieri, dal convegno del maggio 2007 a San Servolo, dal sit in del 27 maggio 2008 all’aula bunker, E SOPRATTUTTO fingono di non sapere che la AEA si inserisce in un filo rosso che ha origine nelle lotte operaie del 1967-1968, un filo che non si è mai spezzato, partecipato dai lavoratori, autorganizzato, un filo rosso che ha prodotto anche in passato un altro processo anche in quel caso strumentalizzato da forze opportuniste, quello del CVM.

 

Per la Associazione Esposti Amianto e ad altri rischi ambientali della provincia di Venezia

Franco Bellotto

 

29.7.2008 – 1.8.2008