Beffate le vittime dell'amianto
la Nuova di Venezia — 13 febbraio 2010 pagina 07
sezione: ATTUALITÀ
ROMA. Migliaia di lavoratori esposti all’amianto
rischiano di non vedersi riconosciuti indennizzi e risarcimenti, anche già
stabiliti da sentenze dei tribunali. E’ l’effetto di un emendamento infilato nel
decreto “milleproroghe” del governo a firma del senatore Battaglia del Pdl, su
precise direttive della maggioranza. L’offensiva del centrodestra contro
lavoratori e militari che hanno lavorato a contatto con l’amianto ha un fine
preciso sintetizzato nella motivazione dell’emendamento: «Con questo
provvedimento ci saranno minori oneri da parte dello Stato». Già votato dal
Senato, l’emendamento Battaglia è destinato a cancellare una sentenza del Tar
del Lazio del giugno scorso. Il tribunale aveva sancito il diritto a rimborsi e
trattamento previdenziale speciale per tutti i lavoratori esposti all’amianto,
sull’intero territorio nazionale, e anche dopo l’entrata in vigore della legge
che ha proibito l’uso di amianto (1992). L’emendamento invece prevede la
cancellazione di rimborsi per l’esposizione all’amianto pur provate ma
successive al 1992, e li limita a lavoratori impiegati in circa venti siti
industriali. Il senatore del Pd Felice Casson che da anni si batte al fianco dei
lavoratori colpiti da asbestosi parla di «cinismo ingiustificabile» del governo:
«E’ la linea Sacconi - dice - e l’emendamento Battaglia non è che l’ultimo
provvedimento del centrodestra contro le vittime dell’amianto». Una sorta di
condono per i responsabili di un dramma che coinvolge centinaia di migliaia di
lavoratori. Il governo cerca di scardinare la sentenza del Tar, ma molti
legali sono pronti a ricorrere alla Corte Europea. «I processi in corso non
corrono pericoli - dice Casson - i magistrati vanno avanti e il penale fa il suo
corso, per fortuna». Nelle aule si stanno celebrando maxi-processi, come
l’Eternit di Torino, Fincantieri, Breda e molti altri. Mercedes Bresso,
presidente della Regione Piemonte, dice che «è insensato e incomprensibile porre
dei limiti ai diritti delle vittime dell’amianto per motivi finanziari».
Casson attacca: «Il ministro Sacconi se ne frega e lo dimostra con i fatti
non avviando il regolamento per un fondo di 40 milioni di euro già finanziato
dal governo Prodi, e cercando nel contempo di far passare un decreto
salva-manager». Il fondo per gli esposti all’amianto è del 2008, ultimi mesi del
governo Prodi, ma il regolamento ministeriale è fermo da un anno e mezzo senza
che il governo Berlusconi abbia mai dato risposte alle interrogazioni che lo
stesso Casson, e altri esponenti dell’opposizione, hanno presentato. «Sacconi
non risponde, e quando gli ho parlato direttamente mi ha detto che di questo
fondo lui non sa niente», aggiunge Casson. L’ex magistrato mette in guardia su
altri due aspetti: «L’emendamento prevede di eliminare la responsabilità dei
vertici militari per i soldati in missione all’estero. E in ballo c’è anche la
questione dell’uranio impoverito». Sono 600 i soldati che hanno contratto
patologie solo per l’amianto. Infine la norma salva-manager che il ministro
Sacconi vorrebbe a tutti i costi. Una legge con la quale far passare il concorso
di colpa del lavoratore anche nei casi di infortuni. - Paolo
Carletti
Sul tema: lettera di Franco Bellotto all'on.Casson del giugno 2009
http://www.mirarossa/aeave.org/Casson---.htm