Lettera aperta alla

Giudice

dr.ssa Lancieri Barbara

 

oggetto:  processo Fincantieri Marghera

 

Io sottoscritto BELLOTTO FRANCO, nato a Venezia nel 1938, Presidente della Associazione Esposti Amianto e ad altri rischi ambientali della provincia di Venezia,

 

Le indirizzo questa Lettera aperta, mentre sta decidendo nel merito del processo per la morte di Mario Bragato, Bruno Stocco ed altri 12 tra lavoratori e mogli di lavoratori dei cantieri navali della Fincantieri, deceduti per mesiotelioma pleurico, in qualita’ di colui che ha fornito alla magistratura inquirente gli elementi per i quali e’ stato poi istruito il processo che qui sta  giungendo a conclusione.

 

Processo importante per l’impegno e la chiarezza procedurale profusa dal procuratore Pipeschi, e per la conduzione non affossatoria che si e’ avuta nonostante i tentativi in tal senso vi siano stati, che ha portato  in particolare con la perizia del dr.Berrino dell’Istituto Tumori di Milano, ad importanti acquisizioni processuali.

 

Processo che non riguarda lavoratori che fossero stati difesi nel merito della esposizione di amianto dalle diverse entita’ ed organizzazioni sindacali che qui hanno chiesto risarcimenti.

 

Intendo farlo poiche’ ritengo doveroso da parte della Associazione che qui rappresento, e che sin dal 1993 in assoluto isolamento sociale e politico da parte delle Istituzioni locali e nazionali e da parte delle varie organizzazioni sindacali presenti nel nostro territorio, ha portato avanti questa battaglia per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori esposti amianto e per il riconoscimento di un dato scientifico, in questa aula confermato, che la scienza medica gia’ conosceva da quasi un secolo a livello planetario.

 

Intendo evidenziare che la richiesta economica promossa dalla ns. Associazione e’ finalizzata unicamente a perseguire il lavoro che svolgiamo dal 1993, e che siamo stati spinti spesso, davanti al sentire di queste altre richieste, dall’impeto di rinunciarvi.

 

Abbiamo l’INAIL, che al di la’ delle Vs.decisioni in materia della sede adatta al risarcimento da parte di Fincantieri, chiede ridicolmente a nostro parere un risarcimento per il danno di immagine, di 500 mila euro. L’INAIL aveva il compito anche di vigilare a  che i propri associati, come Fincantieri e molte altre Aziende, NON producessero attraverso il governo del processo produttivo, dei danni irreparabili e non casuali alla salute dei lavoratori. Eppure questo non venne fatto. Tanto meno dopo il 1984. Quindi il danno all’immagine l’INAIL se l’e’ procurato da solo. Ed inoltre l’INAIL NON E’ una Istituzione, ma e’ un’ente assicurativo privato che gestisce in appalto se si puo’ dire alcuni dei problemi connessi alla produzione nelle ditte, obbligate ad essere iscritte alla INAIL stessa.

 

Intendiamo evidenziare alla Vs. attenzione che a ns. parere le richieste della Amministrazione Comunale e di Sindacati ed altre Associazioni in questo processo  sono del tutto fuori luogo.

 

Ripercorrendo i FATTI, abbiamo da dire che SOLO la nostra Associazione ha seguito e promosso questo processo ed altri 60 riguardanti stabilimenti di questa provincia, prima che se ne occupasse la magistratura inquirente.

 

E cio’ nonostante, abbiamo che il Comune di Venezia ha chiesto 250 mila euro, per i danni materiali, morali ed ambientali, ma la nostra Associazione non ha ricevuto particolari aiuti dalla Amministrazione Comunale da poter giustificare questa cifra, e del resto non ci risulta abbia promosso chissa’ quali azioni nel territorio a tal scopo.

La Regione Veneto, che ha chiesto 850 mila euro, e nel merito della quale richiesta non spetta a noi la quantificazione, ha contribuito invece con una importante ricerca statistica alla definizione del problema sociale dell’esposizione amianto.

Siamo anche stati piu’ volte aiutati e sostenuti dalla Provincia di Venezia nella promozione ed organizzazione di Convegni pubblici.

Abbiamo analogamente altre richieste, assolutamente secondo noi inaccettabili sul piano del metodo e morale, da parte di Associazioni di finalita’ analoghe alla nostra, ma inerenti ben altri territori (Padova, Milano), che non a caso non hanno assolutamente partecipato ne’ allo sciopero del 1995 da NOI SOLI organizzato, e neppure al pacifico sit-in da noi e dalla Rete per la sicurezza sui posti di lavoro organizzato per questo processo, il 27 maggio scorso, in forma pubblica, in occasione del riconoscimento peritale in questa sede, del nesso di causa tra esposizione e decessi.

Ci riferiamo alle richieste di risarcimento promosse dalla AIEA di Milano e dalla AEA di Padova, da Medicina Democratica, dalla CGIL, dalla CISL.

Chiamate le organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL della Fincantieri durante tutto lo svolgimento di questo processo a promuovere scioperi di solidarieta’ dei lavoratori onde sensibilizzare la opinione pubblica, ed una partecipazione, in alternativa agli scioperi, di massa di delegazioni di lavoratori, queste organizzazioni sindacali che monopolizzano la vita sindacale in Fincantieri, dove continuano ad avvenire gravissime lesioni dei diritti civili e sindacali dei lavoratori, specie negli appalti, specie immigrati, queste organizzazioni NON hanno dato alcuna risposta, e le aule di questo processo sono state quasi sempre deserte o quasi.

 

Per questi motivi chiediamo chiaramente nel caso di accoglimento della ns. istanza di risarcimento, e di altre per nulla analoghe alla nostra, che sia chiarito nella sentenza il motivo delle scelte che la S.V. vorra’ operare.

 

RingraziandoLa per l’attenzione, Le porgo distinti saluti

 

Franco Bellotto

Presidente della Associazione Esposti Amianto e ad altri rischi ambientali della provincia di Venezia

Aderente alla Rete per la sicurezza sui posti di lavoro e la salvaguardia della salute dei lavoratori e del territorio, aderente alla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

 

21.7.2008