ANCORA SULLA ASSEMBLEA DI ROMA DELLA RETE NAZIONALE PER
LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO DEL 24 GENNAIO 2009
In aggiunta all’articolo
del numero scorso, diamo alcune notizie
aggiuntive.
All’assemblea, molto
partecipata, erano presenti anche degli ispettori
del lavoro, di Torino
e Milano. Si è detto anche del fallito attacco processuale
di Riva ad una
ispettrice del lavoro di Taranto. Si è denunciata la carenza di
organico nelle
Direzioni Provinciali del Lavoro e nei relativi Uffici degli
ispettori del lavoro e
la difficoltà applicativa delle leggi vigenti e delle possibili
scappatoie concesse
dalle nuove regole (una realtà grave anche a Venezia
in particolare nell’ufficio
conciliazioni).
La Rete, si è visto a
Torino, funziona, c’è stata comunque da parte di
partecipanti della “assemblea
autoconvocata” una proposta di affinamento
organizzativo.
All’assemblea, i
compagni di Taranto hanno spiegato della proposta,
cui non aderiamo, di
un “referendum” anche a Taranto per la chiusura di
reparti nocivi (come a
Marghera nel 2006). Infatti noi consideriamo che tale
metodo, anziché far
partecipare la popolazione ad esporre i problemi, ed
obbligare le autorità
ad intervenire, è un sistema per girare il ricatto del
reddito e del lavoro
sulle spalle della popolazione mettendo la popolazione
“contro” gli operai.
La esigenza di una
manifestazione nazionale a Taranto della Rete,
indetta per il 18
aprile, sorge dalla situazione che si vive. 112 morti in 16 anni
all’ILVA di Taranto,
da quando è arrivato Riva. Un altissimo livello di
diossina. L’emissione
in atmosfera di sostanze inquinanti. Il parco minerario
che con le folate di
vento, porta ogni genere di sostanza nei quartieri
proletari.
Si è anche parlato del
parallelo tra aumento della crisi e
degenerazione dei
sistemi di sicurezza.
La
Rete, abbiamo detto, deve far sentire la sua presenza di solidarietà
a
chi denuncia gli infortuni e le mancanze padronali in materia.
IL NOSTRO INTERVENTO
I
punti del nostro intervento sono stati: Il metodo dell’inchiesta operaia
come
fondante del lavoro di Rete (es.la denuncia sulla strage di Cessalto).
Denunciamo
solo ciò che conosciamo bene. Adottiamo il metodo della
trasversalità,
cioè del coinvolgimento più ampio possibile nella Rete stessa
ossia
di coinvolgere forze e soggetti in base alla condivisione degli obiettivi
specifici.
Nell’intervento abbiamo parlato dei licenziamenti politici di autisti
operai
del ns.sindacato e della iniziativa su De Angelis e questi casi di
repressione,
fatta a Mestre. Abbiamo fatto la proposta di una Cassa mutua
nazionale
di solidarietà con i licenziati politici. Va detto che non ci sembra sia
stata
colta l’importanza di questa proposta dai presenti. Abbiamo esplicitato
le
nostre perplessità sulla proposta o meglio sulla possibilità di concretizzare
in
questa fase della Rete, delle autentiche “Ronde” che nel territorio possano
intervenire
a livello di massa sulla sicurezza sui posti di lavoro, cantieri, ecc.
Abbiamo
detto la nostra sulla situazione di “paura” che si riscontra tra i
lavoratori
in questo periodo nel denunciare e dire le cose. A volte ci sono
situazioni
inoltre in cui la “medicina” non aiuta di sicuro, i padroni sono
specialisti
nell’addurre altre cause nelle malattie professionali (esempio
classico
chi fuma nel mesiotelioma). Si è denunciata la prassi di certe grandi
aziende
che “premiano” tutti i lavoratori se “non avvengono incidenti per
almeno
un anno in azienda”. Questo paradossalmente crea una
colpevolizzazione
del lavoratore che intercorre in un infortunio, a prescindere
dalle
effettive responsabilità.