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LE PORTE KILLER DEI TRENI CONTINUANO AD UCCIDERE - ANCORA UN INFORTUNIO MORTALE A CAUSA DELLE PORTE DEI TRENI

A TREVIGLIO, UN VIAGGIATORE E' MORTO SCHIACCIATO DAL TRENO 2098, VERONA-MILANO, NEL TENTATIVO DI SOCCORRERE LA MOGLIE RIMASTA INTRAPPOLATA IN UNA DELLE PORTE - IL FATTO E'AVVENUTO IL 19 AGOSTO 2010

Treviglio L' abito della donna s' impiglia nella porta dell' interregionale
Verona-Milano. Il marito la soccorre ma scivola sui binari. Salva la moglie
e muore sotto il treno
Macchinista e capoconvoglio non si sono accorti di nulla. Aperte due
inchieste.

TREVIGLIO (Bergamo) -  L' interregionale 2098 proveniente da Verona, dopo la
sosta alla stazione centrale di Treviglio, ieri dopo pranzo, alle 14.02, è
ripartito per Milano. A Milano, in stazione Centrale, il macchinista e il
capotreno, informati dalla polizia, hanno scoperto che a Treviglio avevano
lasciato il cadavere di Giacomo Burla. Si era aggrappato alla maniglia di
una delle porte delle ultime carrozze. Era sceso, aveva appoggiato a terra
due piccole valigie che la moglie, Amalia Di Chella, 59 anni, gli aveva
passato, prima, a sua volta, di scendere. Lei stava uscendo e le porte si
sono chiuse. Un pezzo del vestito di Amalia è rimasto impigliato. Tirava e
urlava Burla, attaccato alle porte e attaccato alla moglie. Fin quando ce l'
ha fatta. La moglie è caduta, liberata, sulla banchina. Burla, nello sforzo,
è scivolato, è finito sotto il vagone. Dov' era il capotreno? Cosa ha visto?
Perché non ha visto? Come ha fatto, il capotreno, a dare il segnale di ok,
forza, possiamo partire, al macchinista? Giacomo Burla, 58 anni, l' hanno
trovato disteso, sul binario, schizzi di sangue sparsi per una quindicina di
metri, eppure al cadavere, racconta chi l' ha visto, il treno ha risparmiato
l' ultimo strazio, è rimasto pressoché intatto. Infatti Giacomo Burla
potrebbe esser stato ucciso da un colpo letale, forse alla testa, o dallo
schiacciamento di alcune parti del corpo. Lo dirà, per quel che serve, l'
autopsia, nell' inchiesta coordinata dalla Procura di Bergamo e condotta
dalla polizia ferroviaria di Treviglio. Ci sono quattro testimoni, o forse
no, nel senso che dalle prime informazioni rese le versioni sono
discordanti, chissà chi ha visto davvero, e cosa. Ma tanto è sul treno, che
bisogna cercare indizi, aiuti, indicazioni. A bordo le apparecchiature
funzionavano a dovere? C' era stata adeguata manutenzione sull'
interregionale 2098? Se un corpo di minima consistenza - come appunto il
lembo d' un abito - è intrappolato nelle porte quando queste partono, le
porte risultano chiuse, e sui computer di bordo, al macchinista, non
giungono allarmi. Diverso, il discorso, se il corpo è più consistente, come
un oggetto, una mano, un braccio: allora al macchinista arriva l' allarme, è
un segnale forte e chiaro che indica la mancata chiusura di alcune porte.

Due inchieste. Una della magistratura, coordinata dal pm Letizia Ruggeri. E
l' altra delle Ferrovie, anche se per poter iniziare bisogna aspettare i
rilievi completi della polizia ferroviaria di Treviglio (nella foto la
stazione). Gli inquirenti hanno ascoltato i pochi testimoni che dicono di
aver assistito alla tragedia I ferrovieri La chiave per capire cosa è
successo è da cercare sull' interregionale 2098. La polizia ha ascoltato
macchinista e capotreno. In uno scalo ferroviario l' ok alla partenza di un
treno, con l' accensione del semaforo verde, viene dato dal capostazione Gli
allarmi Sul binario spetta però al capotreno segnalare al macchinista - a
voce, con la bandiera, il fischietto - che tutto è a norma e si può
procedere. Se tutte le porte automatiche si chiudono senza incontrare
ostacoli di notevole consistenza - un braccio, una mano, un ombrello, ma non
il lembo di un vestito -, al macchinista giungono segnali elettronici. In
caso contrario, un allarme indica invece che qualche porta è rimasta aperta
o che vi sono ostacoli

Campini Diana

http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/19/Salva_moglie_muore_sotto_treno_co_7_100819025.shtml