6 dicembre 2007: strage di
7 operai alla ThyssenKrupp di Torino
6 dicembre 2008: non
dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro
Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi
all’interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7
operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.
Forte fu la commozione e l’eco in tutto il Paese. Le
massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica
Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l’impossibile affinché stragi come
quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall’agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della “sicurezza” nelle città, della psicosi dell’immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro !!!
Ma tant’è, si mandano forze di polizia e militari nelle
città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di
lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata
l’ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare
come un sono schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di
definirsi “civile”. Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare
provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle
azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello
dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il
nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti
come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio
2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5
agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi
ispettivi del ministero stesso e dell’INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per
tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe
sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.
Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si
continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè
massimi profitti), dall’altra si aumenta la precarietà, si allunga l’orario di
lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza,
diminuendo quindi la tutela della salute e dell’incolumità del lavoratore, così
come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che,
quindi, l’immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con
l’operaio Fiat, con l’abitante di Taranto che respira le polveri tossiche
dell’ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i
lavori del TAV…
Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di
una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti
noi.
Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla
Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di
lavoro morti nel rogo di un anno, reclamando giustizia in un processo che sta
per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che
ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per
volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più
velocemente e in condizioni sempre più insicure.
Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza
precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono
ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un
processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca per il
rischio che hanno occorso a lavorare in un’azienda (peraltro già chiusa), così
come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte.
Ma sappiamo che questo non basta: siamo coscienti che sarà possibile
invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una “guerra” che fa più
vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad
affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di
salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e
comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza
ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità,
quella di chi lavora.
Per questo facciamo appello a tutte le organizzazioni
sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi
sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell’INPS e dell’INAIL, ai
giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane
stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa
manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro
posto.
Torino il 6 dicembre 2008 –
Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp,
Corso
Regina Margherita 400, ore 09.30
RETE PER
LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO E PER LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE DEI
LAVORATORI E DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI VENEZIA ADEREBìNTE ALLA
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA
SUI POSTI DI LAVORO
MANIFESTAZIONE
ORGANIZZATA DALLA Associazione LEGAMI D’ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e
familiari delle vittime)
bastamortesullavoro@domeus.it RECAPITO NAZIONALE 347.1102638
info@retesicurezzalavorovenezia.org 334.3657064 RECAPITO LOCALE PER ORGANIZZARE
LA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE
per COMUNICARE adesioni 6dicembre@g.mail.com